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La residenza dell’Ambasciatore

la residenza

La Residenza dell’Ambasciatore d’Italia è una delle storiche dimore di Ramat Gan, alle porte di Tel Aviv. Negli anni Venti la zona era coltivata ad aranceti e bananeti e la proprietà apparteneva a Isaac Leib Goldberg, un intellettuale di origine polacca che con Teodoro Herzel partecipò al Congresso Sionista di Basilea nel 1897. Nel 1932, in memoria del figlio Biniamin, ucciso durante le Rivolte Arabe del 1929, Goldberg decise di destinare parte della proprietà alla costruzione di un quartiere residenziale. Nacque così il quartiere di Tel Biniamin (“la Collina di Biniamin”).

Già nella fase di progettazione affidata a Frederick Kisch, l’intento di Golberg – amico di intellettuali e poeti come Hayim Nachman Bialik, Yaakov Fichman e Asher Zvi Hirsch Ginsberg (meglio noto come Ahad HaHam), nonché tra i fondatori del quotidiano Haaretz e del Teatro Habima di Tel Aviv – era di creare un quartiere di artisti e pensatori, con i più alti standard architettonici dell’epoca, ampi giardini e spazi verdi.

Le prime case furono progettate da rinomati architetti di origine europea come Genia Averbuch (sua anche Piazza Dizengoff a Tel Aviv), Sam Barkai e l’esponente della scuola Bauhaus, Yitzchak Rapaport. Tra i primi abitanti del quartiere si ricordano lo scrittore Yaakov Hurgin, il pittore Arieh Lubin e l’imprenditore Henrich (Hiram) Cohen, proprietario della prima catena di grandi magazzini in Israele.

Nel 1936 la famiglia Arenstein, anch’essa residente nel quartiere, mise la propria casa a disposizione di Arturo Toscanini quando venne a dirigere gratuitamente l’Orchestra Filarmonica di Palestina (oggi Orchestra Filarmonica d’Israele), nata per dare lavoro ai musicisti ebrei europei in fuga dal nazismo. Negli Anni Cinquanta, abitarono nel quartiere figure illustri come Moshe Sharet, Ministro degli Esteri di Israele e Primo Ministro dopo David Ben Gurion, e il primo Ambasciatore statunitense in Israele, James MacDonald.

Da allora il quartiere è diventato la sede di varie residenze diplomatiche tra cui quella dell’Ambasciatore d’Italia, prima ubicata presso la villa Saslawsky, progettata dall’architetto Joseph Neufeld e, dagli anni Ottanta, presso la villa al numero 6 di Rehov Alonim. Oggi, mentre attorno al quartiere sorgono grattacieli, Tel Biniamin rappresenta un punto fermo, un crocevia tra passato, presente e futuro, dove si sono intrecciate le vite di grandi personaggi che con le loro opere e il loro pensiero hanno contribuito a dare forma al moderno Stato di Israele e alla sua cultura.

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