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“Green pass” ed equivalenza vaccini somministrati in Israele

I certificati israeliani di vaccinazione e guarigione da COVID-19 sono riconosciuti in Italia sia ai fini dell’ingresso nel Paese, sia come “Green pass” per accedere a eventi, strutture e altri luoghi pubblici.

“GREEN PASS” PER CITTADINI ISRAELIANI RESIDENTI IN ITALIA PER STUDIO, LAVORO O COMUNQUE ISCRITTI AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Dal 23 settembre il Ministero della Salute ha riconosciuto (con questa Circolare) l’equivalenza dei vaccini Pfizer somministrati in Israele a quelli effettuati in Italia. Ne consegue che i titolari di un certificato vaccinale israelianiano (vedi qui il modello riconosciuto) potranno richiedere l’emissione del “Green pass” italiano. Ciò vale sia per i cittadini italiani (anche residenti all’estero) e i loro familiari conviventi, ma anche per i cittadini stranieri che vivono in Italia per motivi di lavoro o studio nonché a tutti i soggetti iscritti a qualunque titolo al Servizio Sanitario Nazionale che sono stati vaccinati all’estero.

“GREEN PASS” PER CITTADINI ITALIANI VACCINATI O GUARITI ALL’ESTERO

In base a quanto stabilito dalla Circolare del 4 agosto 2021, i cittadini italiani vaccinati o guariti da Covid-19 all’estero possono  richiedere il “green pass” (“EU Digital Covid Certificate”) recandosi direttamente presso le Aziende Sanitarie locali di competenza territoriale, secondo le modalità stabilite dalle Regioni e Province Autonome. Oltre al documento di riconoscimento e l’eventuale codice fiscale, il connazionale dovrà presentare, in funzione della tipologia di certificazione verde COVID-19 richiesta:

a) il certificato vaccinale rilasciato dalle Autorità israeliane (vedi qui il modello riconosciuto);

b) il certificato di guarigione rilasciato dalle Autorità israeliane, contentente i dati identificativi del titolare (nome, cognome, data di nascita); le informazioni sulla precedente infezione da SARS-CoV-2 del titolare, successivamente a un test positivo (data del primo tampone molecolare positivo); i dati identificativi di chi ha rilasciato il certificato (Stato, Autorità sanitaria).

Tali certificati, in formato cartaceo e/o digitale, dovranno essere in lingua inglese oppure accompagnati da una traduzione giurata.