Per cosa si vota? | Con i Decreti del Presidente della Repubblica del 31/03 2025, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 75, del 31/03/2025, sono stati indetti 5 referendum popolari abrogativi per:
1. Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana. 2. Contratto di lavoro a tutele crescenti – disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione. 3. Piccole imprese – licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale. 4. Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi. 5. Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione.
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Chi può votare all’estero? | · Gli elettori iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), che ricevono direttamente il plico elettorale al proprio indirizzo di residenza all’estero
· Gli italiani temporaneamente all’estero per almeno tre mesi, esclusivamente PER MOTIVI DI LAVORO, STUDIO O CURE MEDICHE, e i familiari con essi conviventi all’estero.
ATTENZIONE: l’elettore temporaneamente all’estero deve presentare apposita richiesta al Comune italiano di residenza ENTRO IL 7 MAGGIO per ricevere il plico elettorale.
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Quando si vota? | · In Italia si vota domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025.
Gli elettori all’estero votano in anticipo, per corrispondenza. I plichi verranno spediti all’indirizzo di residenza entro il 21 MAGGIO.
ATTENZIONE: gli elettori che ENTRO IL 25 MAGGIO non abbiano ancora ricevuto il plico elettorale potranno contattare il proprio ufficio consolare per ottenere il DUPLICATO
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Come si vota? | Il voto avviene per corrispondenza. Le schede dovranno essere rispedite al consolato seguendo attentamente le indicazioni del foglio informativo presente nel plico elettorale ed utilizzando unicamente il materiale con esso fornito. Saranno trasmesse in Italia per lo scrutinio solamente le schede votate recapitate all’ufficio consolare di riferimento ENTRO E NON OLTRE le ore 16 locali di giovedì 5 GIUGNO
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Elenco notizie:
- 10.04.2025 Opzione voto per elettori temporaneamente all’estero – Referendum abrogativi 2025 – ELETTORI TEMPORANEAMENTE ALL’ESTERO – Ambasciata d’Italia Tel Aviv
- 01.04.2025 Opzione voto in Italia – REFERENDUM ABROGATIVI DELL’08-09/06/2025 – VOTO PER CORRISPONDENZA DEI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI ALL’ESTERO E OPZIONE PER IL VOTO IN ITALIA – Ambasciata d’Italia Tel Aviv
- 31.03.2025 Indizione del referendum – Gazzetta Ufficiale
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 marzo 2025 .
Indizione del referendum popolare abrogativo avente la seguente denominazione: «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione».
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 75 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 25 maggio 1970, n. 352, recante «Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo», e successive modificazioni;
Visto l’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante «Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025»;
Vista l’ordinanza del 12 dicembre 2024, depositata in pari data, con la quale l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione ha dichiarato conforme a legge una richiesta di referendum popolare abrogativo con la seguente denominazione: «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione» e con il seguente quesito: «Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, come modificato dal d.l. 12 luglio 2018, n. 87, convertito con modificazioni dalla L. 9 agosto 2018, n. 96, dalla sentenza della Corte costituzionale 26 settembre 2018, n. 194, dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145; dal d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, dal d.l. 8 aprile 2020, n. 23, convertito con modificazioni dalla L. 5 giugno 2020, n. 40; dalla sentenza della Corte costituzionale 24 giugno 2020, n. 150; dal d.l. 24 agosto 2021, n. 118, convertito con modificazioni dalla L. 21 ottobre 2021, n. 147; dal d.l. 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni dalla L. 29 giugno 2022, n. 79 (in G.U. 29/06/2022, n. 150); dalla sentenza della Corte costituzionale 23 gennaio 2024, n. 22; dalla sentenza della Corte costituzionale del 4 giugno 2024, n. 128, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014,
n. 183” nella sua interezza?»;
Vista la sentenza della Corte costituzionale n. 12 del 20 gennaio 2025, depositata il 7 febbraio 2025 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 1ª Serie speciale – n. 7 del 12 febbraio 2025, con la quale è stata dichiarata ammissibile la suindicata richiesta di referendum popolare;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 28 marzo 2025;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con i Ministri dell’interno e della giustizia;
EMANA
il seguente decreto:
Il referendum popolare abrogativo, con la seguente denominazione: «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: abrogazione», è indetto sul seguente quesito:
«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, come modificato dal d.l. 12 luglio 2018, n. 87, convertito con modificazioni dalla L. 9 agosto 2018, n. 96, dalla sentenza della Corte costituzionale 26 settembre 2018, n. 194, dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145; dal d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, dal d.l. 8 aprile 2020, n. 23, convertito con modificazioni dalla L. 5 giugno 2020, n. 40; dalla sentenza della Corte costituzionale 24 giugno 2020, n. 150; dal d.l. 24 agosto 2021, n. 118, convertito con modificazioni dalla L. 21 ottobre 2021, n. 147; dal d.l. 30 aprile 2022, n. 36, convertito con modificazioni dalla L. 29 giugno 2022, n. 79 (in G.U. 29/06/2022, n. 150); dalla sentenza della Corte costituzionale 23 gennaio 2024, n. 22; dalla sentenza della Corte costituzionale del 4 giugno 2024, n. 128, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?».
I relativi comizi sono convocati per i giorni di domenica 8 giugno e di lunedì 9 giugno 2025.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Dato a Roma, addì 31 marzo 2025
MATTARELLA
MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri
PIANTEDOSI, Ministro dell’interno
NORDIO, Ministro della giustizia
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 marzo 2025.
Indizione del referendum popolare abrogativo avente la seguente denominazione: «Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale».
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 75 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 25 maggio 1970, n. 352, recante «Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo», e successive modificazioni;
Visto l’art. 1, comma 1, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante «Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025»;
Vista l’ordinanza del 12 dicembre 2024, depositata in pari data, con la quale l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione ha dichiarato conforme a legge una richiesta di referendum popolare abrogativo con la seguente denominazione: «Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale» e con il seguente quesito: «Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?»;
Vista la sentenza della Corte costituzionale n. 13 del 20 gennaio 2025, depositata il 7 febbraio 2025 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 1ª Serie speciale – n. 7 del 12 febbraio 2025, con la quale è stata dichiarata ammissibile la suindicata richiesta di referendum popolare;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 28 marzo 2025;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con i Ministri dell’interno e della giustizia;
EMANA
il seguente decreto:
Il referendum popolare abrogativo, con la seguente denominazione: «Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale», è indetto sul seguente quesito:
«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3,
della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?».
I relativi comizi sono convocati per i giorni di domenica 8 giugno e di lunedì 9 giugno 2025.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Dato a Roma, addì 31 marzo 2025
MATTARELLA
MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri
PIANTEDOSI, Ministro dell’interno
NORDIO, Ministro della giustizia
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
31 marzo 2025 .
Indizione del referendum popolare abrogativo avente la seguente denominazione: «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi».
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 75 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 25 maggio 1970, n. 352, recante «Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo», e successive modificazioni;
Visto l’art. 1, comma 1, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante «Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025»;
Vista l’ordinanza del 12 dicembre 2024, depositata in pari data, con la quale l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione ha dichiarato conforme a legge una richiesta di referendum popolare abrogativo con la seguente denominazione: «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi» e con il seguente quesito: «Volete voi che sia abrogato il d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81, avente ad oggetto “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183” limitatamente alle seguenti parti: Articolo 19, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle
previsioni di cui alla lettera a) , nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2024, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b- bis ) ”; comma 1- bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “, in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; Articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?»;
Vista l’ordinanza del 12 marzo 2025, depositata il 13 marzo 2025, con la quale l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione, nel prendere atto che l’art. 14, comma 3, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2025, n. 15, prevede che «All’art. 19, comma 1, lettera b) , del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, riguardante la disciplina dei contratti di lavoro a tempo determinato nel settore privato, le parole “31 dicembre 2024” sono sostituite dalle seguenti “31 dicembre 2025”», ha ritenuto che «Le disposizioni sottoposte a quesito referendario, dopo la novella legislativa, hanno mantenuto sostanzialmente intatto l’originario contenuto normativo essenziale, a cui si correla l’iniziativa referendaria, realizzando l’intervento legislativo sopravvenuto un semplice ampliamento dell’efficacia temporale (entro il 31 dicembre 2025 e non più entro il 31 dicembre 2024) prevista per il superamento del termine annuale di durata del contratto a termine», e che, conseguentemente, in applicazione dell’art. 39 della legge n. 352/1970, «l’ iter del referendum abrogativo deve proseguire sul quesito modificato mediante la sostituzione del termine del 31 dicembre 2024 con quello, contenuto nella novella legislativa, del 31 dicembre 2025»;
Vista la sentenza della Corte costituzionale n. 14 del 20 gennaio 2025, depositata il 7 febbraio 2025 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 1ª Serie speciale – n. 7 del 12 febbraio 2025, con la quale è stata dichiarata ammissibile la suindicata richiesta di referendum popolare;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 28 marzo 2025;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri,
di concerto con i Ministri dell’interno e della giustizia;
EMANA
il seguente decreto:
Il referendum popolare abrogativo con la seguente denominazione: «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi» è indetto sul seguente quesito:
«Volete voi che sia abrogato il d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81, avente ad oggetto “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’art. 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183” limitatamente alle seguenti parti: Articolo 19, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a) , nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b- bis )”; comma 1- bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “, in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; Articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?».
I relativi comizi sono convocati per i giorni di domenica 8 giugno e di lunedì 9 giugno 2025.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Dato a Roma, addì 31 marzo 2025
MATTARELLA
MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri
PIANTEDOSI, Ministro dell’interno
NORDIO, Ministro della giustizia
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 marzo 2025.
Indizione del referendum popolare abrogativo avente la seguente denominazione: «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione».
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 75 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 25 maggio 1970, n. 352, recante «Norme
sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo», e successive modificazioni;
Visto l’art. 1, comma 1, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante «Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025»;
Vista l’ordinanza del 12 dicembre 2024, depositata in pari data, con la quale l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione ha dichiarato conforme a legge una richiesta di referendum popolare abrogativo con la seguente denominazione: «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione» e con il seguente quesito: «Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, in tema di “Obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione”, di cui al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?»;
Vista la sentenza della Corte costituzionale n. 15 del 20 gennaio 2025, depositata il 7 febbraio 2025 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 1ª Serie speciale – n. 7 del 12 febbraio 2025, con la quale è stata dichiarata ammissibile la suindicata richiesta di referendum popolare;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 28 marzo 2025;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con i Ministri dell’interno e della giustizia;
EMANA
il seguente decreto:
Il referendum popolare abrogativo, con la seguente denominazione: «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione», è indetto sul seguente quesito:
«Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, in tema di “Obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione”, di cui al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività
delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?».
I relativi comizi sono convocati per i giorni di domenica 8 giugno e di lunedì 9 giugno 2025.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Dato a Roma, addì 31 marzo 2025
MATTARELLA
MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri
PIANTEDOSI, Ministro dell’interno
NORDIO, Ministro della giustizia
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 marzo 2025.
Indizione del referendum popolare abrogativo avente la seguente denominazione: «Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana».
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 75 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 25 maggio 1970, n. 352, recante «Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo», e successive modificazioni;
Visto l’art. 1, comma 1, del decreto-legge 19 marzo 2025, n. 27, recante «Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2025»;
Vista l’ordinanza del 12 dicembre 2024, depositata in pari data, con la quale l’Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione ha dichiarato conforme a legge una richiesta di referendum popolare abrogativo con la seguente denominazione: «Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana» e con il seguente quesito: «Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b) , limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f) , recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante “Nuove norme sulla cittadinanza”?»;
Vista la sentenza della Corte costituzionale n. 11 del 20 gennaio 2025, depositata il 7 febbraio 2025 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 1ª Serie speciale – n. 7 del 12 febbraio 2025, con la quale è stata dichiarata ammissibile la suindicata richiesta di referendum popolare;
Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 28 marzo 2025;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con i Ministri dell’interno e della giustizia;
EMANA
il seguente decreto:
Il referendum popolare abrogativo, con la seguente denominazione: «Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana», è indetto sul seguente quesito:
«Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b) , limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f) , recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante “Nuove norme sulla cittadinanza”?».
I relativi comizi sono convocati per i giorni di domenica 8 giugno e di lunedì 9 giugno 2025.
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Dato a Roma, addì 31 marzo 2025
MATTARELLA
MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri
PIANTEDOSI, Ministro dell’interno
NORDIO, Ministro della giustizia