La lettera al Corriere della Sera del Segretario Generale della Farnesina, Amb. Elisabetta Belloni, in ricordo dell’Ambasciatore Luca Attanasio e del Carabiniere Vittorio Iacovacci.
L’Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, e il Carabiniere Vittorio Iacovacci sono rimasti vittime di una violenza che non riusciamo a capire e ad accettare. Un diplomatico e un carabiniere sono morti insieme, in un Paese lontano dove lavoravano al servizio dell’Italia.
Ieri non sono riuscita a esprimere ai familiari il dolore profondo di tutta la Farnesina e la vicinanza sincera perché è prevalso il silenzio e la commozione. Ricorro quindi alla penna per lasciare traccia dell’esempio di Luca che spero non svanisca negli anni a venire e che possa, invece, ispirare i più giovani che hanno fatto la stessa scelta professionale. Una persona buona, affettuosa con la stupenda famiglia che amava sopra ogni cosa e che lo ha accompagnato anche in Africa, nonostante la giovane età delle tre bambine. Ma anche un vero diplomatico che ha affrontato la «Carriera» con l’entusiasmo di chi è consapevole della necessità di imparare e farsi le ossa affrontando senza scorciatoie le sfide che la Diplomazia mette dinanzi a ogni passaggio della vita professionale e personale.
Luca Attanasio era arrivato al Ministero degli Affari Esteri nel 2003 dalla Lombardia, dove vivono i genitori e dove si era laureato in Economia alla Bocconi. Una scelta dettata dal desiderio di mettersi in gioco e di conoscere il mondo tenendo saldo l’ancoraggio al suo Paese con l’orgoglio di chi deve rappresentarlo al meglio delle sue capacità.
Alla Farnesina debutta presso l’ufficio Africa della Cooperazione allo Sviluppo. E poi, tanta Africa nel servizio all’estero: Console Generale in Marocco, a Casablanca, dove conobbe Zakia, sua moglie. In seguito, vice ambasciatore ad Abuja, in Nigeria. E infine, dal 2017, Ambasciatore a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo.
Luca ha interpretato la sua professione nella convinzione di potere contribuire alla costruzione di un mondo migliore, dove lealtà e merito vengono messi al servizio di valori e principi non negoziabili, in primo luogo la dignità della persona. Credeva che l’Italia — agendo insieme all’Unione Europea e alle Nazioni Unite — potesse svolgere un ruolo importante per promuovere sviluppo e pace. E a questo si è dedicato con umiltà ma anche con assoluto impegno e preparazione, lavorando in silenzio e con sobrietà.
Luca era una persona generosa, che voleva fare del bene. Ho rivisto oggi, sul sito web dell’Ambasciata, il video con cui l’Ambasciatore Attanasio si rivolgeva alla comunità Italiana del Congo, il 2 giugno 2020, Festa della Repubblica. Un video bello, semplice, in cui rivolgendosi ai connazionali diceva: «la vostra Ambasciata» è a disposizione in questo difficile periodo pandemico. Con questo spirito generoso, con questo senso dello Stato e della comunità che nella Repubblica si riconosce, anche ieri Luca ha iniziato la sua giornata di lavoro, intraprendendo il suo ultimo viaggio in una regione del Congo lontana dalla capitale.
In tantissimi stanno scrivendo sui canali sociali della Farnesina e molti mi hanno espresso personalmente vicinanza e affetto. Sono tutti messaggi per Luca e rappresentano la più bella testimonianza di ciò che Luca ha lasciato alla sua famiglia e alla Farnesina. Ne siamo orgogliosi. Ciao Luca, collega, amico e Ambasciatore d’Italia.