La sera del 7 aprile, un turista italiano è morto mentre passeggiava sul lungomare di Tel Aviv. Conosciamo i tragici fatti e immaginiamo il dolore che questo ha provocato nella famiglia e negli amici di Alessandro Parini che quella sera ha visto stroncata la sua vita. La dimensione del dolore non è tuttavia l’unica che ha segnato questi giorni.
Sono stato testimone non solo della solidarietà delle Istituzioni israeliane, ma della commovente generosità di innumerevoli cittadini israeliani, senza alcuna distinzione tra essi, che hanno espresso in diverse maniere il loro cordoglio. Molti hanno inviato doni ai feriti in ospedale. Altri hanno portato fiori e candele sul luogo dell’attacco terroristico. Altri mi hanno scritto. Si è trattato di una tragedia condivisa non solo nella comune condanna di ogni atto terroristico, ma nei sentimenti vissuti indipendentemente dalla nazionalità. Desidero ringraziare tutti coloro che non sono riuscito a raggiungere di persona. Desidero ricordare, in questo momento di grande dolore per l’Italia e per Israele, lo spirito di umanità che unisce i nostri popoli e che ha portato molti cittadini israeliani a ritenere che ciò che è stato fatto all’Italia è stato fatto a Israele.